Omicidio Scopelliti, da “blindare” le dichiarazioni dei pentiti

Le conoscenze di due collaboratori di giustizia, i siciliani Maurizio Avola e Fabio Tranchina, per ricostruire la verità sull’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, il magistrato reggino ucciso il 9 agosto 1991 nella frazione Piale di Villa San Giovanni per eliminare l’allora sostituto procuratore generale della Cassazione che cinque mesi dopo avrebbe discusso la sentenza del primo storico maxiprocesso a Cosa nostra siciliana. Un incidente probatorio – l’anticipazione dell’acquisizione di una prova che possa essere utilizzata nel futuro dibattimento senza rischi di alterazioni o distruzioni – è stato chiesto al Giudice per le indagini preliminari dai difensori del pentito Avola, gli avvocati Ugo Colonna e Massimo Alosi. L’idea è quella di cristallizzare le conoscenze del pentito chiave della vicenda Scopelliti, il picciotto siciliano che ha indicato il nascondiglio del fucile del delitto, fatto ritrovare sotto terra nelle campagne di Belpasso alle porte di Catania.