Piantagioni d’erba in due province. Condannati i “re” della marijuana

Cade l’accusa di associazione mafiosa, ma le pene per gli imputati sono comunque pensanti. Si è concluso, nel pomeriggio di ieri, il primo grado del processo nato dall’inchiesta denominata “Fata verde”, operazione eseguita dai carabinieri del Nipaaf il 5 luglio 2024 e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. La sentenza è stata emessa dal gup distrettuale nei confronti dei 6 imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Le altre 7 persone coinvolte nell’inchiesta sono imputate davanti al tribunale di Palmi. Il giudice reggino ha condannato Domenico Alvaro a 15 anni e sei mesi di reclusione, Marcello Spirlì 20 anni, Vincenzo Violi 18 anni e quattro mesi, Giuseppe Carmine Barone 7 anni e otto mesi, Paolo Scalese 8 anni, Vincenzo Molimaro 6 anni e due mesi. L’operazione “Fata verde” ha portato alla luce una presunta associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di vaste piantagioni di cannabis sul territorio calabrese, con conseguente vendita sul mercato illegale della marijuana ricavata, all’interno di una consolidata organizzazione costituita da persone che operavano tra i comuni di Taurianova, San Procopio e Sant’Eufemia di Aspromonte.