C’era una rete tessuta dalla ‘ndrangheta, in Lombardia, che teneva insieme uomini dei clan, funzionari pubblici, politici, professionisti, investigatori infedeli. E imprese edili, infiltrate e «seguite» fin dalla Calabria, che dovevano essere la testa di ponte per conquistare i ricchi appalti di Expo 2015. Dopo la conferma delle condanne, a giugno, la Corte d’appello delinea nelle motivazioni della sentenza.
