Anche il collaboratore di giustizia Paolo Iannò, storico pentito della ’ndrangheta reggina, «uomo forte» dello schieramento condelliano e capo della “locale” di Gallico, sfilerà nelle vesti di testimone della Procura distrettuale antimafia nel processo “Epicentro”. Tanti i temi d’accusa, sostenuti dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal pool dei Pubblici ministeri Walter Ignazitto, Stefano Musolino e Nicola De Caria, che potrebbero uscire rafforzati con il contributo di Paolo Iannò: dagli equilibri “mafiosi” nella frazione Gallico e le continue fasi di incertezza prima e di autentica faida intestina dopo a cavallo della sua decisione di “saltare il fosso”, e la scelta forte di avviare la fase di collaborazione con il pool antimafia recidendo il lungo rapporto, scandito da anni nelle gerarchie apicali di Reggio nord. Temi che sono al centro delle accuse nevralgiche di “Epicentro”. Il collaboratore Paolo Iannò è stato citato per l’udienza in calendario il 23 giugno all’Aula bunker.
