Non condivide alcun passaggio ed accetta il corso della giustizia – «ho profondo rispetto per la Magistratura nella quale confido e spero che anche questo procedimento possa concludersi come quello precedente, risolto con una sentenza di assoluzione» -, Fabio Morabito, tra gli imputati del processo “Helianthus” e destinatario di una pesante richiesta di condanna a conclusione della recente requisitoria della Dda (14 anni di reclusione) ma non ci sta affatto di fronte alle accuse dei collaboratori di giustizia, Giuseppe Stefano Tito Liuzzo e Maurizio Cortese, che lo indicano tra i fiancheggiatori della cosca Labate.
