Da un lato ci sono le foto delle schede elettorali scattate nell’urna che provavano la preferenza data a Flora Sculco, in barba alle norme sulla segretezza del voto. Dall’altro le richieste di favori e assunzioni, tanto nel pubblico quanto nel privato, che venivano inoltrati all’ex consigliera regionale ed a suo padre Enzo Sculco. Mentre in altre circostanze ancora le raccomandazioni sollecitate, soprattutto lavorative, sarebbero andate di pari passo con il consenso espresso per la stessa Sculco. Così avrebbe funzionato il presunto sistema clientelare messo in piedi dagli Sculco per “coltivare” il proprio bacino elettorale. Una macchina da voti che negli anni è riuscita a far eleggere Flora Sculco per due volte, nel 2014 e 2020, in Consiglio regionale. Ne è convinta la Dda di Catanzaro che, nella recente udienza del processo “Glicine-Acheronte” a carico di 101 persone in corso al Tribunale di Crotone, ha depositato l’informativa dei carabinieri del Ros datata 14 maggio 2024.
