La Corte d’appello di Catania ha disposto l’annullamento della confisca di beni per 200 milioni di euro ritenuti riconducibili a Mario Giuseppe Scinardo.
L’imprenditore era indicato dalla Dia, che aveva eseguito il provvedimento il 17 aprile del 2014, come persona vicina a Sebastiano Rampulla, boss di Mistretta – in provincia di Messina – deceduto nel 2010 e fratello di Pietro, condannato per essere stato l’artificiere che ha confezionato l’ordigno della strage di Capaci.
