La ferrea regola del «tre per cento» sull’importo degli appalti non è mai venuta meno nel regno del latitante Matteo Messina Denaro. Era il fratello del padrino, Salvatore, a custodire l’ortodossia mafiosa del pizzo. Così dicono le intercettazioni della squadra mobile di Trapani che all’alba di ieri hanno portato in carcere 19 persone. Salvatore Messina Denaro, con un passato da bancario e una fedina penale sporca da tempo, avrebbe assunto il ruolo di grande organizzatore del mandamento di Castelvetrano, quello che costituisce lo zoccolo duro del capomafia ormai latitante dal 1993.
