Potenti ed ingegnosi i narcotrafficanti di Rosarno, espressione delle ‘ndrine “Pesce-Bellocco” e “Cacciola-Certo-Pronestì”. Potenti perchè sfoggiando il blasone e l’autorevolezza criminale consolidati negli anni tra i narcos del centro e sudamerica riuscivano ad importare dalla Repubblica Dominicana e dall’Ecuador fiumi di cocaina in grado di rifornire piazze e canali di mezza Calabria (da Amantea e Cosenza a Guardavalle), in Sicilia (Catania e Siracusa) nel Torinese, a Milano e Benevento ed ingegnosi perchè erano riusciti a creare un codice di comunicazione talmente blindato che i segugi della Guardia di Finanza di Catanzaro e dello Scico si sono letteralmente scervellati per un lungo periodo per trovare la chiave di lettura dei messaggi inviati dai telefoni cellulari acquistati in Germania ed intestati ad autentici fantasma.
