Pur di arricchirsi a dismisura anche con il business illecito dei rifiuti hanno rischiato di avvelenare parte di quel fazzoletto senza pace di Calabria – Gioia Tauro – dove avevano scelto di vivere e fare crescere figli e nipoti. È emerso anche questo dalle indagini della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria culminate all’alba di ieri con la maxi retata “Mala pigna”: 29 le misure cautelari personali emesse dal Gip Vincenza Bellini (9 in carcere, 10 ai domiciliari, 9 tra obbligo di dimora ed obbligo di firma, 1 all’obbligo di presentarsi giornalmente alla Polizia giudiziaria) a cui va aggiunto il decreto di sequestro a carico di cinque aziende di trattamento rifiuti tra Calabria e Emilia Romagna per un valore complessivo di poco più di 2 milioni e 300 mila euro.
