Nelle pieghe del processo sulla trattativa Stato-mafia scivola un’altra volta il nome di Luciano Violante. A spingerlo dentro uno dei capitoli più intricati dell’inchiesta, con grande sorpresa è stato il presidente della Repubblica con la sua deposizione al Quirinale. Adesso i magistrati di Palermo vogliono chiedere a Violante perché ha avuto — ancora una volta — una “dimenticanza”, perché non ha ricordato sotto testimonianza tutto ciò che sapeva sulla voglia di parlare dell’ex sindaco Vito Ciancimino subito dopo le stragi Falcone e Borsellino.
