Le discoteche milanesi ”protette” dagli ‘ndranghetisti erano i Magazzini Generali, il Codice a barre, il De Sade, e il Borgo dei sensi (ex Parco delle rose). Locali importanti della movida meneghina, per i quali l’imprenditore che gestiva la società a cui facevano capo aveva chiesto un occhio di riguardo alla cosca calabrese. L’indagine della Procura di Milano che ha portato all’emissione di otto ordinanze di custodia cautelare, parte proprio da un processo per bancarotta fraudolenta a carico di Silvano Scalmana, al quale i boss ”avevano offerto anche la protezione dalla giustizia”, come ha commentato il pm Paolo Storari nel corso della conferenza stampa alla presenza di carabinieri e Guardia di finanza.
