«Pervasiva ingerenza nelle vicende politiche e amministrative».

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Nella sua ordinanza il gip Leanza racconta tra l’altro il contributo fornito dal collaboratore Carmelo Porto. E scrive: «… in particolare, il Porto, con le sue propalazioni, rendeva una plastica ricostruzione delle ramificazioni dei gruppi mafiosi catanesi Cinturino-Cappello, Laudani e Brunetto-Santapaola nella valle dell’Alcantara, rappresentando che in ogni territorio in cui era spartita l’area era presente un referente della famiglia mafiosa di riferimento e specificando che per la zona di Moio Alcantara tale ruolo era ricoperto da Pennisi Giuseppe e dal figlio Carmelo che “fanno capo a Cintorino”».