Le nuove leve della ‘ndrina Cordì avevano piazzato le mani su Locri così come in passato avevano fatto i loro nonni, padri e fratelli maggiori. Con i “vecchi” in galera, decapitati dalle inchieste che hanno fatto luce sulla con i rivali di sempre, i Cataldo, a Locri più che un passaggio di guerra era in atto un ricambio generazionale nelle gerarchie mafiose. Ogni affare passava dalle decisioni della squadra dei giovanotti rampanti del clan Cordì cresciuti nel mito del potere mafioso. Il loro progetto era chiarissimo: realizzare l’imprescindibile controllo del territorio scalando contestualmente le gerarchie interne del sodalizio.
