C’erano agnelli e pesche, totani, vitelli e pomodori, ma anche bibite, nafta, pezzi di ricambio. Un vero e proprio “centro commerciale” della droga, nel quale venivano “trattate in modo esperto e sagace tutte le fasi connesse al narcotraffico”. Così lo ha descritto il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina, tracciando il quadro accusatorio che ha condotto all’applicazione di 13 misure cautelari, una in carcere e dieci ai domiciliari (più due obblighi di dimora, ndc), nell’ambito dell’indagine condotta dai Carabinieri che ha portato alla scoperta di una fitta rete di spaccio di stupefacenti celata dietro le insegne della macelleria Giunta di Falcone.
