Nell’informativa che gli agenti del commissariato di Palmi e della Squadra Mobile reggina hanno tramesso alla Dda di Reggio Calabria nel febbraio 2018 il «faccendiere palmese Roberto Recordare» viene considerato dagli investigatori antimafia come un soggetto «riservato» che operava per conto della cosca di ‘ndrangheta dei Gagliostro-Parrello-Romola. Rieccoli, “gli invisibili” della ‘ndrangheta. Quei professionisti “riservati” – alcuni dei quali il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo li ha già messi alla sbarra davanti al Tribunale di Reggio – che lavorando nell’ombra delle cosche si sono arricchiti e hanno reso la ‘ndrangheta la mafia più potente del mondo. E quando la Dda di Reggio indaga su questo filone le novità che porta alla luce sono sempre clamorose. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda proprio l’imprenditore palmese, Roberto Recordare, 54 anni, indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria perché ritenuto la mente economica-finanziaria di clan di ‘ndrangheta, camorra e mafia che volevano riciclare 136 miliardi di euro.