Raffaele Lombardo risponde all’undicesimo giorno. All’una del pomeriggio, calate le tendine per rendere meno accecante la luce nel suo studio, in maniche di camicia, due pacchi ancora chiusi di carte dell’inchiesta su uno scaffale alle spalle, il tavolo di vetro con le cartelline rosa piene di documenti e specchietti elettorali, le 76 pagine della Procura di Catania a lui dedicate e decine di foglietti zeppi di appunti evidenziati sotto mano, il governatore, volto sereno e perfetto self control se non fosse per un piede che si muove ossessivamente e per qualche foglietto di bloc notes masticato e mandato giù, riceve i cronisti di Repubblica.
