Le mani di Cosa nostra sulle aziende agricole.

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Operazioni finanziarie finalizzate a “schermare” i beni e le aziende per scongiurarne l’eventuale sequestro. Ma gli investigatori vigilavano e ieri sono scattati i provvedimenti restrittivi. Per la Procura nissena c’era Cosa nostra dietro gli “affari sporchi” riconducibili a una famiglia di Capizzi, che gestiva aziende agricole beneficiarie dei fondi concessi dalla Comunità europea. E i soldi per gli investimenti arrivavano, secondo l’accusa, dal clan mafioso gelese degli Emmanuello.