Otto ergastoli confermati e una pena a trent’anni di carcere ridotta a dodici. Si è definito ieri, in “seconda lettura”, il quadro delle attività delle cosche calabresi in Lombardia, tra vendette e omicidi. La seconda sezione penale della Corte d’Assise d’Appello del capoluogo lombardo ha infatti messo la parola fine, dopo l’annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione a febbraio 2016, al processo scaturito dall’inchiesta “Bagliore” del 2011, che ha fatto luce sulle attività della ’ndrangheta in terra lombarda.
