«Merci al porto: si parla con chi comanda».

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Aggrappati alla mentalità mafiosa acquisita a Reggio. Gli affiliati della cosca Serraino che si erano trasferiti a Trento, aprendo addirittura una “locale” di ‘ndrangheta perfettamente operativa e collegata ai vertici di Cardeto, progettavano di allargare l’orizzonte dei propri interessi imprenditoriali confidando nella corsia preferenziale di cui godevano al porto di Gioia Tauro. Dalla carte dell’operazione “Perfido”, l’indagine dei Carabinieri del Ros che hanno smantellato la cellula della cosca Serraino in Trentino, sono emersi agganci e appoggi nello scalo portuale reggino.