A tradire e far finire in manette il latitante locrese, Cesare Antonio Cordì, 41 anni, figlio di Antonio Cordì “U Ragiuneri”, il defunto boss a 24 carati e capo indiscusso dell’omonimo clan di Locri, è stato il bagliore di una sigaretta accesa all’interno di una casa apparentemente non abitata. A stringere le manette ai polsi del fuggiasco di Locri, ritenuto, insieme ad altri congiunti, al vertice dell’omonima consorteria malavitosa, sono stati, a conclusione di una lunga, articolata e difficile indagine che si protraeva ormai da alcuni mesi in un contesto territoriale molto difficile e omertoso, i carabinieri delle compagnie di Bianco e Locri,
