Un “pensierino” a favore dei boss. Arrestati tre emissari dei clan.

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I presunti estorsori si presentavano in cantiere chiedendo un “pensierino”. Soldi ovviamente, ma una pretesa mai esattamente quantificata. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno svelato due distinti episodi: la prima occasione durante i lavori eseguiti a Mosorrofa, subito dopo a Terreti. Gli uomini dei clan si presentavano sul posto di lavoro impedendo agli operai la prosecuzione dei lavori fin quando non avessero interloquito con i titolari dell’azienda. Per avanzare direttamente la pretesa estorsiva. Mai una frase diretta, ma sempre un linguaggio inequivocabilmente dal piglio mafioso, spiegando che avrebbero dovuto mettersi a posto e di parlare con chi dovevano parlare.