C’è uno sconcertante spaccato di malaffare negli atti del secondo filone di indagine sul “sistema Montante”: campagne elettorali finanziate, nomine imposte di assessori regionali e ai vertici delle Camera di Commercio, favori per appalti ad amici fidati, la gestione della partecipazione all’Expo di Milano, ma anche il passaggio senza controlli all’aeroporto di Fiumicino da parte della Polizia di Frontiera, atterraggi di aerei per i vertici di Confindustria assicurati millantando comunicazioni con i vertici della Polizia. E ancora: raccomandazioni per assunzioni a soggetti vicini agli “amici” mentre per i “nemici”, soprattutto gli imprenditori, venivano mobilitati i vertici della Dia nazionale, di Palermo e Caltanissetta, per sollecitare indagini della Procura e arrivare financo alla proposta delle misure di prevenzione che porta anche alla confisca. Tra le vittime di Montante anche il giornalista Francesco Foresta, ex direttore di “Live Sicilia”.
