Fino alla scorsa settimana si è difeso strenuamente in aula sostenendo di non essere mai stato prestanome di Angelo Galatolo, sottolineando per l’ennesima volta che il suo coimputato, esponente della nota famiglia dei boss dell’Acquasanta, non è mafioso. Ma ieri, alla ripresa del processo, per Franco Mineo, ex deputato regionale di Grande Sud, le cose si sono messe male.
