I traffici di Angelo Arrigo godevano della “protezione” dei fratelli Gaetano e Vincenzo Barbera, suoi “angeli custodi” in cambio di un corrispettivo mensile di duemila euro. Già nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Predominio” emerge che la famiglia Arrigo, «nel tentativo di inserirsi nel mercato del traffico di sostanze stupefacenti, aveva alterato gli equilibri di potere già esistenti, causando la reazione violenta dell’organizzazione facente capo al gruppo di Bonanno». In questo contesto, recita il provvedimento del gip Tiziana Leanza, «maturavano sia l’attentato ai danni di Angelo Arrigo, il 29 aprile 2016, sia quello ai danni di Gaetano e Paolo Arrigo, nel gennaio 2017».
