Finisce sotto chiave l’impero del broker dei carburanti

Spiccano soprattutto i due milioni di euro in contanti , la montagna di mazzette di banconote di vari tagli sigillate con del cellophane e custodite in due valigie rinvenute in un garage, la cui destinazione è ancora oggi sotto la lente di ingrandimento della Procura antimafia di Reggio, tra i beni confiscati dalla Guardia di Finanza a Giuseppe De Lorenzo, broker reggino attivo nel settore del commercio di carburanti. Sotto chiave complessivamente beni per un valore di oltre 3 milioni e mezzo: nel dettaglio, come rimarcato nel decreto di confisca emesso dal Tribunale sezione “misure di prevenzione” di Reggio, anche 2 società di capitali operanti nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, quote di partecipazione al capitale di una società attiva nel settore della consulenza tecnica, un fabbricato, 2 terreni, 1 motoveicolo. Tra gli indagati principali dell’inchiesta “Andrea Doria”, ribattezzata “PetrolMafie”, con diversi filoni processuali in fase di celebrazione in primo grado in Tribunale a Reggio e a Locri, il ruolo ed il coinvolgimento dell’imprenditore De Lorenzo erano emersi nella maxi indagine del pool antimafia, guidato dal procuratore Giovanni Bombardieri.