Delitto Agostino, ergastolo a Madonia

L’ergastolo per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, è confermato: è il boss Antonino Madonia, uno dei responsabili del duplice omicidio del «segugio» che collaborava con i servizi segreti alle indagini per la cattura dei grandi latitanti di mafia. Il verdetto della Corte d’Assise di appello, presieduta da Angelo Pellino (a latere Pietro Pellegrino), è stato ascoltato in aula con il tradizionale contegno da Vincenzo Agostino, il papà di Nino; viene riformata solo in parte la sentenza di primo grado emessa dal gup Alfredo Montalto nel processo col rito abbreviato: è esclusa la circostanza aggravante della premeditazione nell’assassinio della donna. Così, dopo 34 anni – e 2 anni dopo il primo giudizio – la richiesta dei sostituti procuratori generali Umberto De Giglio e Domenico Gozzo presenti in aula con al loro fianco il procuratore generale Lia Sava, trova conferma: il verdetto si chiude con il massimo della pena per Madonia, il boss che «temeva il cacciatore di latitanti». Agostino era formalmente assegnato alle Volanti ma, appunto, aveva un ruolo chiave nella lotta contro Cosa nostra.