Parrino: “Appunti, non pizzini e Messina Denaro non lo sentivo”

«Io sono qua. Dove devo andare? Non ho motivi per andare via. Non ho fatto niente». Come spesso fa, Paolo Errante Parrino è seduto a un tavolo del bar della figlia, ad Abbiategrasso, e dietro al bancone in questo periodo c’è la moglie. La sua casa è stata perquisita mercoledì all’alba, è indagato nella maxi inchiesta sulla mafia in Lombardia della Dda di Milano e dei carabinieri. I magistrati avevano chiesto il suo arresto ritenendolo tuttora il referente lombardo della famiglia Messina Denaro ma la misura è stata negata dal gip. Per il giudice, i suoi precedenti – la prima condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso è del 1997 – sarebbero troppo datati e oggi “zio Paolo” non apparterrebbe più a Cosa nostra.