La sezione Misure di prevenzione della Corte d’appello di Reggio ha disposto la restituzione di tutti i beni confiscati all’imprenditrice terriera Maria Grazia Messina. La pronuncia, in accoglimento dei motivi di appello presentati dagli avvocati Mario Santambrogio e Domenico Malvaso, restituisce 10 appezzamenti di terreno, 4 appartamenti, 3 libretti postali e due conti correnti in precedenza confiscati. Messina, suocera del boss ergastolano Nino Pesce, alias “Testuni”, imprenditrice nel campo della coltivazione di terreni e titolare di una produttiva azienda agricola, era stata arrestata in qualità di partecipe alla cosca Pesce di Rosarno, in quanto ritenuta dagli inquirenti prestanome del genero Nino Pesce e del nipote Francesco Pesce, detti “I Testuni”.
