I sodali preoccupati di Palumbo: «Chi lo frequenta finisce in carcere»

«Quest’altro è uscito, ed è rimasto a 30 anni fa, Mico è rimasto a 30 anni fa». Il presunti membri del clan di Arangea avevano il terrore di essere arrestati. Un fatto che emerge in modo chiaro dalle intercettazioni ambientali ai quali gli indagati erano sottoposti. Dalle loro parole, finite nell’ordinanza del gip distrettuale che ha portato in carcere 11 persone e una ai domiciliari, trapelava l’importanza di coinvolgere solo persone di estrema fiducia, di mantenere un profilo basso anche in ordine alle frequentazioni, di evitare di agire in certi settori maggiormente a rischio, come per esempio quello edilizio, nel timore che il monitoraggio tecnico, le telecamere o la scelta di collaborare con la giustizia o comunque di denunciare i fatti da parte delle vittime potesse esporli irrimediabilmente.