I gemelli e i voti della mafia. “Agivamo per il presidente in cambio di posti di lavoro”

«Cozzani era il mandatario di Toti», afferma Arturo Testa, uno dei due fratelli (l’altro è Italo) coinvolti nell’inchiesta che ha scosso la Regione Liguria. Originario di Riesi, residente a Bolgiate e qui sottoposto all’obbligo di dimora, è il referente della comunità riesina del quartiere genovese di Certosa. Il 14 maggio scorso, sette giorni dopo gli arresti, è davanti alla gip Paola Faggioni e al pm Federico Manotti per l’interrogatorio di garanzia. E conferma la presenza alla cena organizzata al ristorante Punta Vagno di Genova, quando Toti chiama in disparte lui e il fratello: «So che voi due siete due bulldozer, mi fate arrivare 200-300 voti a Ilaria Cavo?». Arturo ammette: «È venuto Toti, c’è stato, i candidati erano la Lauro, Lilli Lauro, la Cavo e Anzalone (Stefano,ndr) …sono andati loro tavolo per tavolo a dare il fac-simile e a dire: se ti ho fatto impressione, votami».