È come rivedere la scena nota di un film già visto almeno un milione di volte. Le cinque misure cautelari, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, eseguite ieri mattina dai carabinieri della Compagnia di Cosenza raccontano – con attori nuovi ma non inediti – la stessa storia di sempre. A Cosenza la gente si droga (come un un po’ dappertutto, ormai) e il mercato degli stupefacenti – nonostante i sequestri e gli arresti – finora è sembrato esente da qualsiasi tipo di crisi, compresa quella economica. E così, ieri mattina – a distanza di poche settimane dalla chiusura dell’inchiesta denominata “Recovery”, condotta dalla Procura antimafia di Catanzaro, che ha fatto luce su un diffuso traffico di droga e ha portato alla notifica di centoquarantasei misure cautelari – i militari dell’Arma della Compagnia bruzia, coordinati dal colonnello Antonio Quarta, hanno ripetuto l’ormai nota liturgia.
