L’ex cancelliere smentisce Natoli. “Quella scrittura non è la mia”

Nella città dei pezzi mancanti e delle parole scomparse, per la prima volta sono spuntate invece delle parole, aggiunte su un documento ufficiale con una calligrafia ordinata. Una manina misteriosa, saltata fuori dal passato di Palermo, che in quella drammatica estate del 1992 scrisse a penna un ordine perentorio: «Distruzione dei brogliacci». Ovvero degli appunti fatti dalla Guardia di finanza durante le intercettazioni dei mafiosi sospettati di avere rapporti con i vertici del gruppo Gardini. Nel giugno del 1992, l’allora sostituto procuratore Gioacchino Natoli aveva disposto la distruzione dei nastri, «perché le intercettazioni avevano dato esito negativo – ha spiegato – ed era prassi che i supporti dovessero essere recuperati per altre indagini». Guardando quel foglio contenente « l’ordine di smagnetizzazione dei nastri » , Natoli si è accorto dell’aggiunta a penna («e la distruzione dei brogliacci»).