Un boss riservato che preferiva restare sottotraccia, in quell’Ombra che ha dato il nome dell’operazione antimafia della Polizia a Catania contro Cosa nostra etnea. Francesco Russo, 51 anni, preferiva avere un ruolo apparentemente delineato nel mondo della criminalità organizzata, mentre, secondo la Dda di Catania era diventato il reggente della cosca Santapaola dopo un riassetto dei ruoli apicali dell’organizzazione. È quanto emerge dall’inchiesta dell’operazione di Squadra mobile di Catania e dello Sco che ha portato all’arresto di 23 indagati: 18 in carcere e cinque agli arresti domiciliari. Per due persone il gip ha disposto l’obbligo di dimora. Imprenditore, non uomo d’onore, Russo, ricostruisce la Dda di Catania, «nonostante il ruolo di vertice che avrebbe ricoperto nel sodalizio, decideva di operare nell’ombra, seguendo un rigoroso modus operandi che ne assicurasse la riservatezza e la distanza dalle frange più strettamente operative e quindi esposte al rischio di indagini».
