Le passeggiate in spiaggia a Ferragosto quando l’attenzione delle forze dell’ordine non era ancora pressante, le chiacchierate di nascosto in auto per non far parlare la gente, il rapporto con la figlia: così Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata a Matteo Messina Denaro, ha raccontato al gup la sua storia col boss: «Io ho conosciuto un lato buono perché lui era una persona spiritosa, educata, divertente e mi faceva trascorrere quelle ore allontanandomi dalla mia quotidianità che era un poco pesante», ha detto l’insegnante, figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara, nel corso di lunghissime dichiarazioni spontanee rese prima che il magistrato emettesse la sentenza. Un tentativo di descrivere come ordinario il rapporto che per decenni l’ha legata a uno dei più sanguinari padrini di Cosa nostra. Ma la difesa non è servita ad evitarle una condanna a 11 anni e 4 mesi – i pm Piero Padova e Gianluca De Leo avevano chiesto 15 anni di reclusione – per il reato di associazione mafiosa.
