Sono stati incastrati da canneto, quercia e cespuglio. Non si tratta di botanica, ma del nome dato dai Carabinieri a tre telecamere utilizzate per tenere sotto controllo alcune piantagioni di marijuana e individuare gli uomini che erano impegnati nella coltivazione. Un lavoro certosino quello dei militari dell’Arma che, ieri mattina, ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dieci persone: sei sono finite in carcere, uno ai domiciliari e tre all’obbligo di firma. L’indagine è stata coordinata dalla procura di Vibo Valentia e ha riguardato il territorio di San Procopio, dove sono state individuate le piantagioni di marijuana, e Rosarno, per l’origine dei principali indagati finiti in carcere. Sono tutti accusati, in concorso, di produzione e coltivazione di marijuana. Cinque dei sei rosarnesi finiti in carcere, secondo quanto si legge nell’ordinanza, sono legati alla cosca Bellocco per essere stati implicati anche in più di un’inchiesta che condotta dalla Dda di Reggio Calabria contro la potente cosca di Rosarno.
