Non si capiva da chi fosse partito il colpo, chi avesse autorizzato l’omicidio eccellente, da chi si dovessero difendere. I giorni successivi alla morte di Rocco Molè furono frenetici e carichi di tensione all’interno della famiglia di ‘ndrangheta di Gioia Tauro. I particolari di quelle settimane sono state raccontate dal pentito Domenico Ficarra durante gli interrogatori davanti ai magistrati delle procure antimafia di Reggio Calabria e Milano. Ficarra, secondo il suo racconto, si trovava nella città del porto in quel periodo e avrebbe partecipato a diverse riunioni a casa Molè insieme ai fedelissimi del clan. Un periodo che si concluse con la grande fuga a Roma decisa dal carcere dal boss ergastolano Girolamo “Mommo” Molè.
