In nome degli affari i contrasti con la famiglia Grande Aracri di Cutro erano stati messi da parte. Infatti, dopo aver scontato nel 2014 la condanna patita con l’inchiesta “Grande Drago”, il 59enne Giuseppe Arabia, detto “Pino u’ nigru”, nipote di Antonio Dragone, il boss di Cutro assassinato nel 2004 per volere del capocosca ergastolano Nicolino Grande Aracri, aveva radunato attorno a sé alcuni esponenti storici del clan rivale che erano rimasti in libertà. Il motivo? Dare vita ad un nuovo gruppo ’ndranghetistico che dettasse legge sulle rive del Po a colpi di azioni violente, illeciti fiscali, vessando gli imprenditori locali e incutendo timore con le armi. Lo ha scoperto la Dda di Bologna con l’operazione “Ten”. Si tratta del nome dato al blitz che all’alba di ieri ha portato la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza ad eseguire sei arresti tra l’Emilia e Crotone e numerose perquisizione lungo l’asse Reggio Emilia, Cutro e Cirò Marina su disposizione del gip felsineo Alberto Ziroldi.
