La rete di insospettabili al servizio della cosca per eludere le indagini

Figura anche il presunto raggiro per la gestione del lido “Mojito” di Cariati tra le carte dell’inchiesta “Boreas”. Per la Dda negli anni 2019-2023, lo stabilimento balneare risultava intestato a soggetti terzi, ma nei fatti la struttura avrebbe continuato a fare capo al boss della cosca Giorgio Greco. E il tutto sarebbe avvenuto con la compiacenza di avvocati, commercialisti, dipendenti comunali e imprenditori accusati di aver favorito la ‘ndrina cariatese. Ne è convinta la gip di Catanzaro, Sara Merlini, che, nell’ordinanza di arresto, ricostruisce l’ipotizzato affidamento fittizio del lido mirato ad eludere le misure di prevenzione. A partire dal 2019, stando agli inquirenti, Greco avrebbe intestato, solo sulla carta, lo stabilimento ad Alfonso Leo, poi ad Angelina Tavilla (2020) e a seguire ad Antonio Russo (2021, 2022 e 2023) mantenendone sempre il controllo.