Stamattina per Giuseppe Mangion, meglio conosciuto come “Enzo”, uno degli esponenti di primo piano della famiglia “di sangue” di Cosa nostra catanese, si sarebbero dovute chiudere alle sue spalle le porte del carcere. Così però non è stato: il boss resta dietro le sbarre. La misura cautelare è stata ripristinata dalla prima sezione della Corte d’Appello di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi che ha accolto un’istanza avanzata dai sostituti procuratori generali Nicolò Marino e Andrea Ursino, a cui è stata allegata un’articolata informativa curata dalla DIA di Catania e dal Nucleo di Polizia giudiziaria interforze della Procura Generale di Catania. Oggi, come si legge nel provvedimento, scadeva il termine massimo di custodia cautelare nei confronti del boss 66enne che era scattata nel 2019 con l’inchiesta antimafia “Samael”. L’indagine portò a ricostruire la filiera del tesoretto finanziario del clan Santapaola-Ercolano.