In fondo l’ha tradito la nostalgia a Carmelo Bisognano. Quella voglia mafiosa a sessant’anni di tornare ai vecchi tempi, quando comandava a Mazzarrà Sant’Andrea e dintorni perfino negli uffici comunali, aveva un suo gruppo numeroso inserito organicamente in Cosa nostra barcellonese, teneva i rapporti con le famiglie catanesi e palermitane, il movimento terra e la gestione dei rifiuti erano roba sua, con i fari sempre puntati verso la discarica oggi chiusa ma ancora troppo inquinante di contrada Zuppà. Dopo la conclusione burrascosa della sua fruttuosa parabola di collaborazione con la giustizia, che ha portato comunque parecchi elementi di conoscenza importanti nelle dinamiche mafiose dell’area tirrenica, era tornato a Mazzarrà. Rinverdendo il solito copione: lui nell’ombra a comandare, due ditte gestite da prestanome, una rete di appalti e pressioni mafiose verso la pubblica amministrazione.
