“Non esistono elementi sufficienti a collegare la strage di via D’Amelio al dossier su mafia e appalti”. A parlare davanti la commissione Antimafia è l’ex procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli, che prese l’incarico nel gennaio del ’93 dopo le stragi del ’92 nelle quali persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Due eroi moderni, di epica grandezza, veri e propri giganti della storia non solo giudiziaria e non solo italiana. Dire che sono stati uccisi solo per i collegamenti con la vicenda mafia e appalti equivale a farne funzionari solerti, onesti, capaci, ma ben al di sotto di quello che fu il loro reale valore”, dice Caselli. L’ex procuratore ribadisce, in modo dettagliato, che né prima del suo arrivo alla procura di Palermo né dopo ci sono elementi per dire che “c’è stata una cattiva gestione di quell’indagine. Ridurre la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, eroi moderni di epica grandezza, al tentativo di fermare l’inchiesta mafia-appalti significa ridimensionare il loro valore storico.
