Non era ritornato in libertà a quasi 80 anni per fare il nonno e godersi la famiglia. Giuseppe “Pino” Piromalli, dopo 22 anni rinchiuso al 41bis, era rientrato a Gioia Tauro per fare il boss. E agendo da boss aveva rimesso in piedi il triumvirato di comando insieme agli anziani fratelli Gioacchino (91 anni) e Antonio (86), e da una posizione di preminenza aveva posto se stesso al centro della vita criminale di Gioia Tauro. Una parabola criminale che è stata fotografata dall’ultima inchiesta della procura antimafia di Reggio Calabria denominata “Res Tauro”, eseguita dai carabinieri del Ros e del comando provinciale reggino che ha inferto un altro duro colpo alla potente famiglia di ’ndrangheta di Gioia Tauro. Sono 26 le persone che sono state colpite da misure cautelari: 22 sono finte in carcere, 4 ai domiciliari. Venti, infine, sono gli indagati a piede libero.
