Gli accordi tra i clan per “spartirsi” il territorio crotonese

«Io sono il padrone di Strongoli». Così Enrico Miglio, ad aprile 2024, si rivolse ad una coppia di coniugi nel tentativo di estorcere loro un appezzamento di terreno. Una riprova di come il 73enne, una volta scarcerato, avesse preso in mano «le redini» della cosca di Strongoli, capeggiata dalla famiglia Giglio, che era stata «falcidiata dagli arresti». È quanto emerge dall’inchiesta Saulo della Dda di Catanzaro. L’operazione ha fatto luce non solo sul nuovo assetto della potente locale di ’ndrangheta Farao-Marincola di Cirò guidata dal presunto reggente Basilio Paletta, ma anche sulla riorganizzazione del vicino clan di Strongoli. Infatti, con il blitz scattato martedì scorso con 21 misure cautelari eseguite dai carabinieri di Crotone, la Procura antimafia di Catanzaro si dice convinta di aver spezzato «il canale privilegiato» dei rapporti esistenti tra i gruppi criminali di Cirò e Strongoli.