«A Marina di Gioiosa funziona così». E il boss Aquino “si prese” il cantiere

«In concorso tra loro e con soggetti allo stato ignoti con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, con la violenza e la minaccia, obbligavano il responsabile e il suo consulente della ditta “B.S.U. srl”, avente sede legale a Cariati, impegnata nei lavori di demolizione e costruzione della scuola elementare “Rodinò” di Marina di Gioiosa Jonica, a servirsi, per il movimento terra e per la fornitura di cemento e mezzi, da una ditta di Catanzaro e da un’impresa di Grotteria, e ad assumere all’interno del cantiere una specifica persona oltre che a richiedere l’autorizzazione per qualsiasi decisione concernente lo svolgimento dell’attività sul cantiere». È uno dei passaggi che il gip distrettuale antimafia del Tribunale di Reggio Calabria, Claudio Treglia, ha evidenziato nella sua corposissima ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico di due persone. Con le accuse, aggravate dal metodo mafioso, di estorsione e minacce, a finire con le manette ai polsi sono stati Giuseppe Aquino, 63 anni, di Marina di Gioiosa – figura, secondo i magistrati della Dda reggina di primo piano dell’omonimo clan gioiosano – e Vincenzo Marrapodi, 32 anni, anch’egli di Marina di Gioiosa, ritenuto persona di fiducia di Aquino.