Erano riusciti a creare un clima d’intimidazione soltanto facendosi forti del loro essere calabresi i presunti sodali della “locale” di Roma, facente capo ai boss Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo, finiti nei guai nell’ambito dell’operazione “Propaggine 2”. Non come questione di mera nascita, ma alludendo alla loro appartenenza alla ‘ndrangheta e in tal modo ottenendo che le persone del quartiere Appio Tuscolano, avendo paura, ne subissero le prepotenze senza denunciare.
