Antoci, l’agguato resta senza colpevoli. Chiesta l’archiviazione del caso.

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Chi sparò la notte del 18 maggio 2016 sull’auto blindata del presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci? Una domanda destinata a rimanere senza risposta quella sul misterioso agguato a quello che è poi diventato il responsabile della legalità del Pd, inviso ai mafiosi dei Nebrodi per l’applicazione di quel protocollo di legalità che sottraeva loro i terreni sui quali incassavano contributi milionari dall’Unione europea. A due anni dall’agguato i tanti punti oscuri sulla dinamica, esecutori e mandanti rimangono tutti. Quel che è certo è che la comparazione tra il Dna dei 14 mafiosi iscritti nel registro degli indagati e quello tratto dalle cicche di sigarette rinvenute dagli uomini della scientifica della questura di Messina sul luogo della sparatoria ha dato esito negativo e la procura diretta da Maurizio de Lucia ha chiuso le indagini chiedendo l’archiviazione per tutte le posizioni.