Appello Processo Picaneddu, ecco le richieste di pena del pg per gregari e “pezzi da 90” della cellula dei Santapaola

Picanello – come dimostra anche l’odierna operazione Oleandro della Guardai di Finanza – è una delle roccaforti storiche del clan Santapaola-Ercolano. È il fortino del capodecina Carletto Campanella e qui, inoltre, decise di creare la sua residenza il figlio di Nitto, Vincenzo Santapaola. I boss del quartiere quindi amano i riti della vecchia mafia e infatti quando i carabinieri fecero scattare le indagini del blitz Picanello su input delle dichiarazioni di Antonio D’Arrigo, detto Gennarino, riuscirono a beccare il rituale bacio a stampo di saluto tra mafiosi. Gli investigatori ricostruirono gli assetti criminali di potere e anche gli affari imprenditoriali del colonnello di Cosa nostra Giovanni Comis, nome che già troviamo nella famosa inchiesta del 1993 Orsa Maggiore. In questo processo il boss non è imputato di mafia (per cui è stato già condannato nel processo Orfeo) ma di intestazioni fittizia. Avrebbe investito soldi in una casa discografica, la Q Record, specializzata in musica neomelodica. Grazie a una microspia piazzata nella Maserati presa a noleggio da Andrea Consoli, imputato nel troncone ordinario, verrebbero fuori una serie di elementi da cui emergerebbe investimenti sospetti da parte del santapaoliano.