Assolto dopo 7 anni sotto torchio. Ciancio non era vicino alla mafia

«Assolto perché il fatto non sussiste». È la sentenza pronunciata dalla prima sezione penale del Tribunale di Catania nel processo per concorso esterno celebrato nei confronti dell’imprenditore ed editore Mario Ciancio Sanfilippo. La Procura aveva chiesto la condanna a 12 anni e la confisca dei beni che gli erano stati dissequestrati. Il processo, iniziato nel 2017, dopo anni di indagini e decisioni contrastanti di diversi gip, verteva su presunti rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra etnea legati alla famiglia Santapaola-Ercolano. Ipotesi sempre contestata dall’imprenditore e dai suoi legali, gli avvocati Carmelo Peluso, Giulia Buongiorno, e Francesco Colotti. «Accolgo con gioia e soddisfazione il pronunciamento arrivato dopo un lunghissimo e assai faticoso percorso nel corso del quale ho sempre serbato rispetto e fiducia nella Giustizia», commenta l’editore che ringrazia i suoi legali, «encomiabili per professionalità e dedizione, e tutti coloro i quali, nel corso di questi anni, mai mi hanno fatto mancare stima, affetto e sostegno».