B&b e mafia: le prime carte

I clan baresi hanno imparato a investire nel turismo. Lo raccontano i collaboratori di giustizia e anche le inaugurazioni di nuovi locali, alcuni dei quali direttamente riconducibili a famiglie dal cognome pesante. A Bari vecchia, mentre b&b e case vacanze riaprono in vista della primavera, i Capriati hanno avviato un’attività di street food che viene pubblicizzata anche sui social. E a Madonnella continuano le aperture di attività ricettive, alcune delle quali riconducibili a gruppi criminali del quartiere Japigia.  A parlare degli interessi dei Palermiti nel turismo è stato, fra gli altri, uno dei quattro collaboratori di giustizia utilizzati dalla Dda per imbastire l’inchiesta che il 13 febbraio ha portato in carcere il capoclan 70enne Eugenio con le accuse di lesioni aggravate nei confronti di Teodoro Greco e di atti persecutori verso tre pentiti. Dalle indagini della Squadra mobile — coordinate dal pubblico ministero Fabio Buquicchio — è emerso uno spaccato allarmante sul controllo sociale del territorio effettuato dal gruppo mafioso, che riuscirebbe a far assumere persone in varie attività (nel caso specifico i riferimenti erano a una concessionaria, a una ditta di distribuzione di giornali e auna di pulizie), a indirizzare voti verso alcuni politici in cambio di denaro, a investire in attività legali i proventi di traffici illeciti.